E’ solo il primo grado ma c’è bisogno di un intervento subito per bloccare le prescrizioni. La senatrice di Sinistra Italiana, Alessia Petraglia, interviene in seguito alla sentenza di primo grado che ha condannato 25 dei 33 imputati per la strage di Viareggio del 29 giugno del 2009 in cui persero la vita 32 persone.

“Nell’esprimere tutta la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime ritengo che ci sia ancora un pezzo di strada da fare per cercare di garantire chiarezza e giustizia: è ferma da troppo tempo in Senato la modifica del codice penale e procedura penale per evitare che venga approvato un emendamento che blocca le prescrizioni dei reati dopo una sentenza di primo grado.

Quello che potrebbe accadere anche in questo drammatico caso rendendo vana la ricerca delle responsabilità che hanno portato a questa strage.

La condanna dell’ad di FS, imporrebbe, per senso di opportunità etica, le sue dimissioni da Finmeccanica, o continuare a far finta che non sia accaduto niente può dare risposta alle esigenze di verità?”

“Ci sono voluti sette anni e mezzo per avere giustizia della strage di Viareggio. Sette anni e mezzo lunghissimi di calvario per i familiari delle vittime, di silenzi di Stato, di verità nascoste. Oggi dopo questa sentenza il governo ha il dovere di rimuovere entro 24 ore l’Ad delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti dall’incarico di Ad di Finmeccanica. Mattarella ritiri per Moretti anche il titolo di cavaliere del lavoro, conferitogli da Napolitano nel 2010”.

Lo ha detto il coordinatore dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia e capogruppo in Consiglio regionale della Toscana Giovanni Donzelli, commentando la sentenza del processo sulla strage di Viareggio.

“Moretti è stato scelto per Finmeccanica dal governo Renzi, così come il suo successore a Ferrovie, Michele Mario Elia, anch’egli condannato oggi – sottolinea Donzelli – il suo clone Gentiloni abbia la dignità di compiere un atto doveroso nei confronti dei familiari delle vittime. Lo Stato non può permettersi di avere come rappresentante negli enti personaggi su cui gravano situazioni così pesanti – conclude Donzelli – serve un segnale forte ed immediato”.

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